Energy drink sotto accusa, scatta il divieto di consumo | Ecco dove non sarà più possibile acquistarli e perché fanno male
Nuove analisi condotte sugli energy drink hanno portato risultati allarmanti che sono state sottoposte immediatamente alle Istituzioni.
Gli energy drink sono bevande non alcoliche contenenti ingredienti stimolanti, come caffeina, taurina, vitamine del gruppo B e zuccheri, progettate per aumentare l’energia fisica e mentale. La loro principale funzione è fornire una spinta temporanea di energia, migliorare la concentrazione e ridurre la fatica. Queste bevande sono particolarmente popolari tra i giovani e gli sportivi, ma sono consumate anche da chi ha bisogno di restare sveglio e attivo per lunghi periodi.
L’origine degli energy drink risale agli anni ’60 in Giappone, dove fu introdotta la prima bevanda energetica, chiamata Lipovitan D e prodotta dalla Taisho Pharmaceutical, che conteneva taurina e vitamine del gruppo B, ed era inizialmente destinata ai lavoratori per combattere la stanchezza.
Il concetto di energy drink si diffuse in Europa e negli Stati Uniti solo negli anni ’80 e ’90. Nel 1987, l’imprenditore austriaco Dietrich Mateschit lanciò Red Bull in Austria, bevanda che diventò rapidamente popolare grazie a una strategia di marketing aggressiva e innovativa, focalizzata su eventi sportivi estremi e sponsorizzazioni.
Negli anni successivi, il mercato degli energy drink crebbe esponenzialmente, con l’introduzione di nuovi marchi e varietà. Tuttavia, il consumo di energy drink è spesso oggetto di dibattito a causa dei potenziali effetti negativi sulla salute, come l’aumento della pressione sanguigna e i disturbi del sonno. Nonostante ciò, la loro popolarità continua a crescere, rendendoli una presenza stabile nel mercato delle bevande.
Gli effetti negativi degli energy drink
In teoria non servirebbero degli studi specifici per dimostrare gli effetti negativi degli energy drink sull’organismo, semplicemente basterebbe leggere la lista degli ingredienti. Le controindicazioni legate all’abuso di bibite energetiche non sono dovute solo alle sostanze che contiene, ma devono considerarsi una serie di effetti collaterali che si ripercuotono sul comportamento.
Uno studio pubblicato a gennaio dalla rivista scientifica Pubblic Health ha preso in considerazione gli effetti degli energy drick su un campione consistente, ovvero circa 1,2 milioni di giovani di 21 paesi diversi. Nelle conclusioni emerge un collegamento diretto tra il consumo di energy drink e l’abuso di alcol, fumo e disturbi alimentari. Inoltre, il consumo di queste bevande è stato associato anche all’insorgere di disturbi quali l’insonnia, stress, attacchi di panico e deficit dell’attenzione.
Il divieto al consumo di energy drink
Nel Regno Unito, il mercato degli energy drink vale circa 2,2 miliardi di sterline e recentemente registrato un aumento di oltre il 21%. In realtà, nel 2019 l’associazione di produttori “The British Soft Drink Association” aveva introdotto un codice con cui tutti si impegnavano a non realizzare campagne pubblicitarie rivolte direttamente ai minori.
Stando a quanto raccontato dal Fattoalimentare.it, alla luce di questo nuovo studio, il Partito Labourista inglese avrebbe inserito nel suo programma Labour’s Child Health Action Plan la proposta di vietare la vendita ai minori di 16 anni di tutti gli energy drink con un contenuto di caffeina superiore ai 150 mg per litro. La decisione è arrivata dopo che oltre 40 associazioni di consumatori, comunità di pediatri, nutrizionisti e diabetologi hanno sottoscritto un documento con il quale chiedono l’adozione di misure più restrittive. Il medesimo divieto arriverà anche in Italia?