Succo d’arancia industriale: se quando lo bevi senti questo sapore stai in guardia | Il rischio di contaminazione è dietro l’angolo
Hai mai fatto caso a un particolare sapore quando gusti del succo d’arancia acquistato al supermercato?
Molti di noi sicuramente non sanno resistere al forte richiamo di un gustoso bicchiere di succo d’arancia, ogni qualvolta ci risulta possibile farne onore. L’ideale è sorseggiarlo a colazione, per accompagnare degnamente il primo pasto della nostra giornata.
Molti italiani preferiscono invece comperare delle arance fresche e spremerle direttamente, per poi potersi dissetare con una salutare spremuta, alla quale è anche possibile aggiungere dello zucchero.
Peccato che preparare con le nostre stesse mani una spremuta d’arancia non sia sempre possibile. Ciò è dovuto innanzitutto alla fretta che regola costantemente le nostre giornate. E così, rinunciamo a gustarcene una, anche se vorremmo tanto poterlo fare nella quiete della nostra dimora.
Meglio quindi porre il focus sui succhi d’arancia industriali, pratici, convenienti e indubbiamente golosi: hai mai avvertito un retrogusto un po’ sospetto?
Attenzione al retrogusto nel succo d’arancia
La scelta più rapida (e per certi versi maggiormente economica), consiste spesso nell’acquistare del succo di frutta già confezionato. In effetti, questo prodotto contiene conservanti, e si degrada quindi più lentamente rispetto al suo equivalente fresco.
Una cosa alla quale dobbiamo però prestare particolare attenzione mentre assaporiamo il succo di frutta industriale è una particolarità per quanto riguarda il suo gusto, o meglio, il retrogusto. Quando ne beviamo un bicchiere talvolta sentiamo sulle papille gustative uno strascico amarognolo che ci resterà in bocca per qualche minuto. A che cosa è dovuto?
La sostanza inaspettata
Quel che percepiamo in bocca può essere riconducibile a una precisa sostanza. Parliamo del 4-vinil-guaicolo che risulta anche abbondante nei succhi d’arancia, per i quali è prevista una lunga conservazione. Non è una sostanza volutamente inserita, ma si crea per a causa della reazione tra due elementi particolari.
È data, in poche parole, dal contatto tra l’esperidina, presente nel succo degli agrumi in questione, e da un detergente utilizzato per la disinfezione dei macchinari dove viene prodotta la bevanda, ovvero l’ acido peracetico. Il consiglio principale dunque rimane quello di cercare il più possibile di consumare succo di frutta fatto in casa, spremendo direttamente gli agrumi. Il 4-vinil-guaicolo, infatti, non risulta tossico, ma è sempre meglio prediligere alimenti freschi e naturali, minimizzando il rischio di bombardare l’organismo di sostanze chimiche non sufficientemente attenzionate dagli esperti.