Salmonella nel salame: è allerta rossa per i consumatori italiani | Il Ministero della Salute ritira un noto marchio nazionale
Rischio salmonella nel salame, pubblicato sul sito del Ministero della Salute il provvedimento che ne ordina il richiamo dal mercato.
Il comparto salumi rappresenta per il nostro Paese un settore economico importante che, oltre a rappresentare un giro d’affari cospicuo, offre lavoro a migliaia di persone nei settori che vanno dall’allevamento, alla produzione, fino alla commercializzazione.
L’Italia produce una grande varietà di salumi, tra cui una vasta gamma di specialità regionali come il prosciutto di Parma e il San Daniele, ma anche il salame, la mortadella e lo speck. Prodotti apprezzati ed esportati in tutto il mondo.
La produzione segue rigorosi standard di qualità, spesso regolamentati da denominazioni di origine protetta (DOP) e indicazioni geografiche protette (IGP).
Tuttavia il processo di lavorazione dei salumi è lungo e complesso, si tratta di tecniche delicate che presentano diversi rischi, tra cui quello della contaminazione, proprio come accaduto nell’ultimo richiamo segnalato dal Fatto Alimentare e che riguarda un lotto di salami.
Il richiamo del salame dal mercato
Con provvedimento pubblicato il 17 maggio scorso sul sito del Ministero della Salute, è stato disposto il provvedimento di richiamo del prodotto denominato Salame di fegato del marchio Salumificio Ciccarelli e commercializzato da Salumificio Ciccarelli di Ciccarelli Massimo e C snc.
Il Salame di fegato richiamato dal mercato è descritto come “Insaccato stagionato di puro suino” che viene venduto intero a una pezzatura di circa 350 grammi, ma potrebbe essere stato affettato su richiesta in qualche esercizio commerciale. Il prodotto interessato dal richiamo è riconoscibile attraverso il numero di lotto 121 prodotto nella sede del Salumificio Ciccarelli con sede a San Severino Marche in provincia di Macerata, precisamente in Via San Paolo 57. Lo stabilimento è identificato dal codice europeo IT 1674/L CE. Sulla confezione non c’è una data di scadenza precisa poiché il termine minimo di conservazione è fissato preferibilmente entro 2 mesi dalla data di produzione.
Il rischio salmonella nel Salame di fegato
Stando a quanto si legge sul provvedimento il motivo del ritiro è dovuto al “pericolo microbiologico, presenza di Salmonella spp“. Come sempre in questi casi si ricorda ai rivenditori che il prodotto non va commercializzato e allontanato dalla vendita. Chiunque avesse acquistato il Salame di fegato del lotto in questione deve restituire il prodotto al punto vendita di riferimento per ottenere il reso o il rimborso.
L’infezione da Salmonella può causare sintomi come diarrea, febbre, crampi addominali e vomito. Nei casi più gravi, specialmente in individui con un sistema immunitario compromesso, bambini piccoli e anziani, può portare a complicazioni più serie come la disidratazione e, raramente, a infezioni sistemiche che possono essere fatali.