Cucina indiana, scatta l’allerta: rinvenute sostanze cancerogene nelle spezie più popolari | L’allarme arriva dall’EFSA
Scatta l’allerta in tutto il mondo per alcune spezie molto popolari importate dall’India e che sarebbero contaminate da sostanze cancerogene.
La cucina indiana è una vera e propria esperienza che racchiude una ricca storia fatta di tradizioni e sapori tipici del continente asiatico. Le sue radici affondano nelle antiche civiltà della valle dell’Indo, risalenti ad oltre 5000 mila anni fa.
Nei secoli, la cucina indiana è stata plasmata da influenze culturali dei popoli che hanno attraversato il Paese, e il risultato è un panorama ricco e variegato di piatti che riflettono anche la vastità del Paese.
Uno degli elementi distintivi della cucina indiana è l’ampio utilizzo di spezie, che conferiscono profondità e complessità ai piatti e sono anche una paste intrinseca della tradizione locali. Già, millenni fa l’India era considerata un importante centro per il commercio delle spezie verso il mondo occidentale.
Ogni regione dell’India ha le proprie combinazioni di spezie distintive che conferiscono ai piatti un sapore unico. Tra le varietà di spezie più conosciute troviamo curcuma, cumino, cardamomo, cannella, chiodi di garofano, pepe nero, ma ce ne sono ancora tante altre che possono essere utilizzate da sole o in combinazione tra loro. Purtroppo però pare che non sia un periodo felice per il commercio delle spezie provenienti dall’India.
Lo scandalo delle spezie indiane cancerogene
Stando a quanto riportato dal Sole24Ore, l’EFSA – European Food Safty Autority avrebbe rinvenuto la presenza di sostanze chimiche cancerogene in ben 527 prodotti alimentari indiani. Di questi, pare che circa 332 prodotti provenissero direttamente dall’india mentre gli altri indicavano nell’etichetta almeno un altro Paese. I controlli, svolti dal settembre 2020 allo scorso aprile, hanno portato al respingimento di 87 spedizioni, oltre che alla rimozione dal mercato di numerosi prodotti, in particolare sesamo e frutta secca.
Tra i problemi riscontrati negli alimenti, ci sarebbe la presenza dell’ossido di etilene, un gas che prima veniva utilizzato per la sterilizzazione di strumenti chirurgici e che in india è ancora impiegato in agricoltura. In Europa, però, l’utilizzo dell’ossido di etilene è vietato poiché diversi studi hanno dimostrato una correlazione con l’insorgenza di varie forme di cancro.
Le spezie indiane messe al bando per salmonella
Il Sole24Ore riporta anche la decisione di Singapore e Hong Kong di richiamare dal mercato quattro prodotti provenienti dall’india dopo il rinvenimento di tracce di salmonella in alcuni prodotti: nello specifico si tratta del Fish Curry Masala della Everest e dei Madras Curry Powder, Sambhara Masala Powder e Curry Powder dell’Mdh Group. Inoltre, pare che il 31% dei prodotti provenienti da una di queste aziende sia stato bloccato alla frontiera statunitense per lo stesso motivo.
Lo scandalo ha provocato un vero e proprio terremoto nel Paese, dato che l’India è anche il primo produttore, consumatore ed esportatore al mondo di spezie, un mercato stimato intorno ai 4 miliardi di dollari. Comunque, dopo un imbarazzante silenzio iniziale, Food Safety and Standards Authority of India (FSSAI), massima Autorità del settore, ha promesso test e controlli stringenti per verificare la presenza di sostanze cancerogene nei prodotti prima di introdurli sul mercato globale.