Carne al sangue, attenzione massima a cosa metti sui fornelli: rischi una grave infezione da parassiti | La regola d’oro degli chef
Quali carni possono essere cotte al sangue e quali invece no per prevenire possibili rischi per la salute.
Generalmente una dieta equilibrata dovrebbe essere basata sulla maggiore varietà di alimenti possibile, così da assicurare all’organismo tutti i nutrienti necessari.
Negli ultimi anni, si è tanto parlato della carne rossa sia dal punto di vista nutrizionale che da quello della sostenibilità ambientale, e gli esperti hanno consigliato di limitarne il consumo. Questo perché da un lato alcuni studi hanno dimostrato la correlazione tra l’insorgenza di alcune patologie e il consumo eccessivo di carne rossa, dall’altro allevamenti intensivi e consumo di risorse naturali hanno posto un problema di sostenibilità della produzione. Non ultima, la questione etica delle condizioni in cui nascono e crescono gli animali.
Al netto di particolari patologie, come intolleranze e allergie, la regola sarebbe quella di non escludere dalla propria dieta nessun alimento. Ovviamente, meglio preferire cibi sani; non dovrebbero inoltre mancare mai verdure e ortaggi, così come la frutta, ma la carne in generale non è da eliminare.
Le linee guida diffuse dal Ministero della Salute consigliano il consumo di carni bianche o magre non più di 2-3 volte e di limitare la carne rossa a 1 volta la settimana. Per una diversa fonte proteica le carni possono essere alternate con legumi, cereali e pesce.
Cosa si intende per cottura al sangue
Per quanto riguarda la carne, è importante sottolineare che la cottura è un aspetto da non sottovalutare per prevenire rischi per la salute. Sappiamo che in generale per la carne esistono cinque diversi gradi di cottura: blue, al sangue, media, al punto e ben cotta. In alcuni casi, si tratta solo di una questione di gusti, ma ci sono comunque delle regole generali da seguire.
Iniziamo dicendo che con la cottura al sangue, il sangue non c’entra niente. Per ragioni di conservazione il sangue viene eliminato al momento della macellazione e il liquido che si vede fuoriuscire è una proteina presente nel tessuto muscolare animale. Nello specifico, quando si parla di carne al sangue si intende un grado di cottura dove la carne viene appena scottata alla temperatura intorno ai 50 gradi, ma è ancora quasi cruda.
Quali carni possono essere cotte al sangue e quali no
La prima cosa da dire è che solo alcuni tipi di carne si prestano a una cottura al sangue. In generale, si tratta di alcuni tagli di carne rossa, in particolare manzo, e dell’agnello. In questi tipi di carne i batteri è si concentrano solo sulla superficie e vengono dunque eliminati facilmente durante la cottura.
In altre tipologie di carni i batteri riescono a penetrare all’interno e possono rappresentare un serio rischio. Per esempio, le carni da cuocere bene sono in generale tutte le carni bianche, quindi il pollame, come pollo e tacchino, il maiale, il vitello ma anche il cervo. Attenzione anche ad alcuni tagli di carne rossa che non possono essere consumate al sangue, come tutti i prodotti realizzati con carne macinata, tipo hamburger e polpette. Questo perché molto spesso vengono macinate insieme diverse parti dell’animale, e non tutte si prestano ad essere mangiate crude.