Latte contaminato, scatta il sequestro da 800mila euro: nota azienda italiana indagata per sofisticazione
Latte contaminato, scatta una nuova allerta. Maxi sequestro: nota azienda italiana indagata e sotto accusa.
Il latte fa parte della nostra vita quotidiana sin da quando veniamo al mondo, anche dopo lo svezzamento. In effetti, l’essere umano è l’unica specie che continua a nutrirsene anche una volta che esso ha esaurito la sua funzione evolutiva.
Tanto più che in tantissimi amano berlo anche in tarda età, talora persino al posto del pranzo o della cena. Caldo e aromatizzato con il cioccolato, diventa ancora più goloso e c’è anche chi ama gustarlo coi cereali o inzuppandoci dei biscotti. Pure freddo ha il suo perché, e possiamo sfruttarlo anche per creare gustosi frullati.
Lo utilizziamo pure per addolcire il gusto del caffè, sia a casa che quando lo ordiniamo al bar o al ristorante. In cucina è spesso essenziale per la preparazione dei dolci, soprattutto quelli al cucchiaio. Lo possiamo del resto comprare in tutti i supermercati, sia fresco che a lunga conservazione.
Si presenta sia in bottiglie di plastica di varie dimensioni, che in comodi cartoni. Oggigiorno ce n’è per tutti i gusti e lo producono sia grandi aziende casearie che sottomarche. Generalmente lo acquistiamo sempre quando andiamo a fare la spesa ma ora, nel farlo, dovremo prestare ancora maggiore attenzione. Difatti, Il Fatto Alimentare ha diramato la notizia che in una nota azienda italiana è stato rinvenuto del latte contaminato.
Dito puntato contro il latte contaminato di una nota azienda
L’azienda che è stata coinvolta è molto famosa ed è indagata per sofisticazione. In poche parole, per non far percepire al consumatore il sapore del latte inacidito, tale azienda casearia avrebbe aggiunto un mix di soda caustica a acqua ossigenata. Tutto ciò ha portato al sequestro di 200 tonnellate di prodotti, per un valore totale di 800mila euro.
Difatti, non si parla solo di latte vero e proprio, ma anche di prodotti latteo-caseari. La situazione non è affatto da prendere sottogamba, tanto più che un’ex dipendente dello stabilimento in questione ha recentemente vuotato il sacco ai microfoni della testata Il Resto del Carlino.
Il racconto dei fatti
La donna ha raccontato che il latte ricevuto dalla Germania era sempre ottimo, pertanto non necessitava l’aggiunta di alcun trattamento. Lo stesso non si poteva dire di quello ricevuto dagli allevamenti locali. In questo caso, infatti, il latte era già inacidito, essendo stato munto due giorni prima e conservato in maniera del tutto errata.
E così, come da lei stessa svelato al quotidiano, veniva sfruttata la soda caustica in scaglie, poi sciolte con acqua calda e infine aggiunte nel processo di produzione. L’azienda nel mirino è il gruppo TreValli. Tra l’altro, a quanto pare l’azienda non ha mai assunto stabilmente l’ex dipendente che ha lavorato per loro per più di 20 anni.