Olio esausto, prima di smaltirlo pensaci bene | L’ho riciclato così: adesso mi salva i panni e risparmio un sacco sulla spesa
Come smaltire correttamente l’olio usato in cucina e riutilizzarlo in maniera semplice e, soprattutto, sostenibile.
L’inquinamento da oli esausti è una delle principali sfide ambientali e sanitarie di oggi. Si tratta di un problema importante che ha impatti devastanti sull’ecosistema, poiché influisce negativamente sulla qualità delle acque e dei terreni, con un impatto deleterio anche sulla salute degli animali e degli esseri umani.
Una delle più preoccupanti fonti di inquinamento è rappresentata dal settore dei trasporti, con milioni di veicoli che emettono grandi quantità di oli nell’aria e sulle strade. Questi oli possono poi contaminare i corsi d’acqua attraverso le piogge, causando danni agli ecosistemi acquatici. Inoltre, l’uso di motori a combustione interna in attività industriali e agricole contribuisce ulteriormente al problema.
Oltre alla questione auto, anche gli olii esausti provenienti dalla cucina, come quelli generati durante la cottura di alimenti in grassi animali o vegetali, possono contribuire significativamente all’inquinamento ambientale se non vengono smaltiti correttamente.
Per affrontare il problema sono necessari interventi legislativi, tecnologici e comportamentali. Le normative ambientali devono limitare le emissioni e promuovere pratiche di smaltimento sicure. Inoltre, è essenziale sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della riduzione del consumo di combustibili fossili e sull’adozione di comportamenti sostenibili nella gestione degli oli esausti. Ma anche tu, nel tuo piccolo, puoi fare la tua parte e, al contempo, risparmiare sul carrello della spesa.
L’impatto degli oli esausti sull’ambiente
Gli oli esausti possono finire nei sistemi fognari se versati nei lavandini o nei bidoni dell’immondizia. Una volta nei sistemi fognari, infatti, possono causare ostruzioni e danneggiare le infrastrutture, oltre che finire nei corsi d’acqua attraverso i sistemi di trattamento delle acque reflue. Qui formano pellicole superficiali che riducono la quantità di ossigeno disponibile per gli organismi acquatici.
Se versati direttamente sul terreno, gli oli esausti possono contaminare il suolo e influenzare la sua fertilità, impedendo la crescita delle piante e alterando l’equilibrio degli ecosistemi terrestri. Inoltre, quando gli oli non vengono smaltiti correttamente e magari bruciati negli inceneritori, contribuiscono alle emissioni di gas serra e all’inquinamento atmosferico. Vediamo quindi come riciclarli in modo ecologico e intelligente, arrivando a risparmiare decine di euro sul budget per la spesa!
Come smaltire e riutilizzare gli oli esausti
Per smaltire correttamente gli oli esausti basta raccoglierli e periodicamente andare a sversarli negli appositi contenitori messi a disposizione da tutti i comuni italiani. Inoltre è possibile riutilizzare gli oli esausti in casa, per esempio, per realizzare dei profumatissimi saponi ecologici.
La prima cosa da fare per creare dei saponi dagli oli della cucina è diversificare la raccolta per tipologia, quindi raccogliamo insieme l’olio di semi, l’olio di oliva, l’olio di arachidi e così via. Il processo di saponificazione richiede pochi ingredienti, tra questi acqua demineralizzata, soda caustica e oli essenziali profumati. Bisogna però stare attenti a come si maneggia la soda caustica, che va sempre utilizzata in maniera consapevole. Per questo si consiglia di consultare manuali o tutorial attendibili e seguire il processo a freddo, nettamente più adeguato al fai da te. Sai quanto potresti risparmiare in questo modo?