Tè matcha ritirato dagli scaffali per contaminazione da alluminio | La nota tardiva del Ministero della Salute
Allarme alimentare, si parla di thè matcha contaminato. È subito panico fra i consumatori.
Se parliamo del thè in linea generale, sappiamo che stiamo parlando di una bevanda molto amata e consumata. Un Paese Europeo che ne ha fatto una grandissima importanza, tanto da dedicargli per l’appunto un’ora precisa, è l’Inghilterra. Sovente infatti, per chi l’ha visitata o anche in alcune pellicole cinematografiche, si sente nominare l’ora del thè.
Per il popolo britannico, tuttavia, non si tratta propriamente di una merenda, ma viene piuttosto vista una sorta di aperitivo. Questo perché in primis il thè non viene praticamente mai zuccherato ma arricchito, per così dire, con del latte.
Inoltre il cibo che l’accompagna non è costituito da biscottini dolci, ma da stuzzichini salati, solitamente tartine o tramezzini conditi spesso con del salmone affumicato. Il bon-ton, però, suggerisce di non inzuppare il cibo nella bevanda.
Altro luogo in cui il thè, sebbene in una versione totalmente differente, possiede una grandissima importanza, è senza dubbio l’Estremo Oriente, dove la bevanda è presente in una variante detta matcha. Ora come ora, però, questa tipologia di thè sembra essere al centro di un urgente richiamo alimentare.
Thè matcha richiamato d’urgenza
Quando poi, al giorno d’oggi, si sente parlare di richiamo alimentare, il panico si diffonde rapidamente. Il tutto si trasforma dunque una vera e propria corsa contro il tempo al fine di scovare ed eliminare dalle proprie dispense il prodotto incriminato, per così dire.
Considerato inoltre che al momento l’Italia sta vivendo un periodo che possiamo definire difficilissimo a causa della forte crisi e dei perpetui rincari che la stanno attraversando, non è piacevole affatto la prospettiva di dover buttare via delle vivande acquistate con difficoltà e sacrifici. Quali sono pertanto il lotti di thè matcha al centro del richiamo?
Il lotto al centro del mirino
Come si legge sulle pagine de Il Fatto Alimentare, il richiamo, diramato per la precisione dal Ministero Della Salute, ha puntato il dito contro una partita di thè verde matcha a marchio Shan Wai Shan, proveniente dalla Cina, a causa di livelli di alluminio all’interno del prodotto che hanno superato il limite consentito dalla Legge.
Il prodotto viene venduto in confezioni, o meglio barattoli, da 80 grammi con numero di lotto e Termine Minimo di Conservazione analoghi, ovvero rispondenti entrambi al numero 30062026. Tutti coloro che se ne trovassero in possesso sono pertanto pregati di non consumarlo e di renderlo appena possibile al punto vendita ove acquistato, per ottenere un rimborso in denaro.