Prosciutto crudo, è allerta massima | La peste suina minaccia decine di stabilimenti in Italia, ecco le zone rosse
Si parla di una massima allerta per quel che riguarda il prosciutto di Parma. Un caso di peste suina.
Il prosciutto, cotto o crudo è un insaccato che sovente, nella spesa di un italiano che si rispetti, non può e non deve mai mancare. Infatti quando ci rechiamo al supermercato per la nostra canonica spesa settimanale o mensile è praticamente d’obbligo una tappa al bancone salumeria.
Sono inoltre anche molte le modalità in cui possiamo gustare questo particolare insaccato, anche se la più classica e amata è affettato dentro ad un panino, possibilmente accompagnato da maionese e da una fetta di formaggio.
A parte ciò, possiamo anche dire che il prosciutto crudo è anche il ripieno per antonomasia dei classici tortellini.
Possiamo inoltre gustare al massimo il prosciutto crudo anche come accattivante condimento per la pizza. In questo caso però il prosciutto va rigorosamente aggiunto dopo la cottura, affinché non diventi eccessivamente secco e salato.
Prosciutto crudo, si parla di un allarme alimentare
Al supermercato, come già accennato, lo possiamo acquistare sia in vaschetta che affettato al bancone, quest’ultimo solitamente prediletto dalla clientela. Sentire dunque di un allarme alimentare nei confronti di questo eccellente insaccato non fa assolutamente piacere, e anzi ha fatto letteralmente mettere le mani nei capelli a molti consumatori.
Va inoltre detto che il periodo che stiamo attraversando attualmente non è da considerarsi dei più rosei, vista la forte crisi e i perpetui rincari che hanno colpito il nostro Paese e non accennano minimamente ad scemare. In modo particolare dai rincari è stato colpito il settore alimentare. Al momento ora si parla di un’epidemia che avrebbe interessato il prosciutto crudo, come riportato da Il Fatto Alimentare.
Peste suina, le conseguenze sul prosciutto crudo
Come è possibile leggere dalle pagine de Il Fatto Alimentare, la peste suina africana pare che abbia varcato i confini della provincia di Parma, portandola ad essere considerata come una zona rosa, ovvero il colore con il quale si indica una zona infetta, all’opposto invece della zona azzurra, che rappresenta una zona al sicuro.
È dunque assai alta la preoccupazione dei consorzi di produzione del prosciutto crudo visto il calo delle vendite, in prospettiva anche del lungo tempo previsto per la messa in sicurezza che, stando ai dati, dovrebbe terminare entro il 2028. Sono al momento tuttavia in corso le operazioni di massima messa in sicurezza della patria del Prosciutto Crudo DOP. Rimane tuttavia l’alto l’imperativo della massima attenzione.