Barilla sconfitta in Tribunale: la nota azienda italiana finisce nella polvere a causa dei suoi prodotti più amati
La nota azienda italiana che tutti conosciamo è stata sconfitta in Tribunale. Brutto momento per il marchio Barilla.
È uno dei marchi leader di diversi prodotti alimentari italiani nel mondo, Barilla, ma oggi non sta passando un bel momento. La sconfitta in Tribunale è arrivata inattesa, proprio a causa dei suoi prodotti più amati: i biscotti.
Una tradizione che affonda le sue origini nel lontano 1500 quando Ovidius De Barillorum, come attestano alcuni documenti, è “maestro dell’arte dei fornai”.
Ma l’azienda come la conosciamo oggi nasce nel 1877. Da allora, da quella piccola bottega di pane e pasta, è nato il colosso che sforna anche merendine, sughi, farine e, appunto, biscotti e prodotti dolciari.
Scopriamo cosa è successo, perché è finita in Tribunale e da chi è stata sconfitta la multinazionale italiana, tanto conosciuta e apprezzata a livello internazionale.
Barilla: la dura sconfitta in Tribunale
Nasce come piccola bottega, diventa azienda a conduzione familiare e oggi macina numeri impressionanti. Basti pensare che Barilla nel “1905 produce già 25 quintali di pasta al giorno, contro i soli 400 chilogrammi del 1903”. E oggi? Leggiamo sul sito aziendale: “Nel 2017 Barilla celebra i 140 anni di vita: l’Azienda è leader mondiale nel mercato della pasta, dei sughi pronti in Europa e dei prodotti da forno in Italia con 28 siti produttivi, 14 dei quali in Italia e 14 all’estero”.
Tra i prodotti di punta oltre la pasta e le farine annoveriamo anche i biscotti. E quello che è accaduto possiamo chiamarlo proprio “la guerra dei biscotti”, che si è conclusa con la sconfitta del marchio. Tutto nasce qualche mese fa, a giugno dello scorso anno quando Barilla si rivolge al Tribunale di Brescia per chiedere la sospensione della produzione e della vendita di alcuni tipi di biscotti a marchio Tedesco e Sapori Artigianali. Il motivo? Sia la forma che il packaging sono troppo simili ai suoi. Nello specifico si tratta di Abbracci, Macine, Campagnole, Tarallucci, Galletti, Molinetti, Gocciole Pavesi, Gran Cereale classico e alla frutta e infine Pan di Stelle. Marchi registrati che, come sanno i consumatori, vantano diverse imitazioni.
La sentenza
Se in primo grado Barilla ha avuto ragione, oggi una nuova sentenza ha ribaltato la precedente. La spiegazione è la “la presenza di un tale numero di competitors che commercializzano da anni (circostanza non contestata) prodotti con forma simile a quella registrata non può che aver portato ad una significativa volgarizzazione della forma stessa quand’anche originariamente individualizzata (circostanza ben dubbia quantomeno in caso di forme assolutamente comuni quali quella della ciambella bicolore). La portata del fenomeno è tale che, in questa sede, la capacità di “volgarizzazione” insita nella risalente commercializzazione, da parte di un consistente numero di produttori, di forme analoghe a quelle per cui è causa, non può ritenersi adeguatamente contrastata dall’entità degli investimenti pubblicitari e dalla risalenza degli spot pubblicitari della Barilla”.
Insomma l’aspetto e la forma (e a volte anche i colori) di questi biscotti sono ormai talmente diffusi da non poterne più trovare l’origine. Una dura sconfitta per Barilla.