Digiuno intermittente, occhio agli effetti cardiovascolari: i risultati dello studio sono raggelanti
La dieta del digiuno intermittente funziona davvero o ha delle controindicazioni? La verità arriva da un recente studio.
Negli ultimi anni se n’è sentito parlare sempre più spesso. Parliamo del digiuno intermittente, ovvero l’abitudine di alternare momenti più o meno lunghi di digiuno totale a quelli in cui è permessa l’assunzione di cibo.
Presentato quasi come medicina per tutti i mali, unico modo per dimagrire davvero senza prendere più peso, le domande che tutti si pongono sono le stesse.
Funziona davvero? Fa male? Ha conseguenze sulla salute? C’è da dire che coloro che lo hanno provato hanno davvero perso peso. Ma ci sono controindicazioni?
Un recente studio ha gettato nuova luce su questo tipo di alimentazione sempre più utilizzata anche da personaggi del mondo dello spettacolo. E i risultati non sono molto promettenti.
Digiuno intermittente: lo studio
A parlarne è Il Fatto alimentare, che ha riportato i risultati e le osservazioni di uno studio presentato a un congresso che si è tenuto nei giorni scorsi a Chicago, a tema lo stile di vita e il rischio cardiovascolare. A svolgerlo sono stati i ricercatori del Department of epidemiology and biostatistics della Jiao Tong University School of Medicine di Shanghai, in Cina. Questi hanno seguito per circa 8 anni 20.000 persone di età media pari a 49 anni, elaborando poi i dati ottenuti e attingendo anche a quelli relativi a NHANES 2003-2018, un grande studio statunitense incentrato sui rapporti tra dieta e salute.
Proposto, come abbiamo detto, come una sorta di panacea per tutti i mali, in realtà il digiuno intermittente non allunga la vita come dicono. E non ha solo pregi. Ma come si fa? Può avere diversi schemi: 12 – 12, 16 – 8, ma può anche prevedere intere giornate di digiuno totale. Il più utilizzato è 16 – 8, dove le 8 ore sono quelle in cui è possibile mangiare.
Gli affetti cardiovascolari
Quali soni gli effetti del digiuno intermittente? Stando a quanto riporta Il Fatto alimentare: “In generale, chi segue il regime 8-16 ha un aumento di rischio di morte per patologie cardiovascolari del 91%, cioè poco meno di un raddoppio. Inoltre, anche se la persona soffre già di questo tipo di malattie, ed è quindi di per sé più a rischio, oppure è malata di tumore, ha un aumento ulteriore del 66% di morte per una patologia cardiaca o per un ictus”.
Inoltre questo tipo di alimentazione, nonostante ciò che tutti pensano, non allunga affatto la vita. La perdita di peso è temporanea e per qualcuno può diventare pericoloso. Il consiglio come sempre è quello di rivolgersi al proprio medico di fiducia e farsi consigliare solo da professionisti qualificati.