Pollo, se noti questi strani segni buttalo subito: corri un rischio non indifferente | Meglio prevenire che curare
Alcuni consigli utili per capire se il pollo che abbiamo in frigo sia ancora buono oppure è da buttar via.
Il pollo fa parte delle cosiddette carni bianche, cioè quelle caratterizzate dalla ricchezza di proteine nobili, cioè quelle indispensabile per rinnovare i tessuti dell’organismo e per la formazione di ormoni, enzimi ed anticorpi.
Il consiglio degli esperti della Società italiana di nutrizione umana è quella di portare in tavola ogni settimana circa 3-4 porzioni di carne, di cui una di carne rossa di bovino o di maiale e 3 di carne bianca di pollo o di tacchino. Secondo gli studi l’elevato valore biologico del pollo è dato dalla ricchezza di nutrienti essenziali che risultano preziosi per il metabolismo muscolare.
Purtroppo, però, intorno al pollo sono emerse tutta una serie di polemiche legate agli allevamenti intensivi i cui problemi si rivelano gravi su due piani di versi. In primis la questione etica dello sfruttamento degli animali secondo cui, anche se destinato al consumo dell’uomo, è necessario rispettare la dignità di vita dell’animale.
Gli allevamenti sono stati spinti al limite a partire dagli anni ’60 per soddisfare l’aumento di richiesta di carne della popolazione, poi la mancanza di una cultura alimentare e la ceca ricerca del profitto ha reso la questione pericolosa anche per la stessa salute dell’uomo.
Imparare a scegliere la carne di pollo
Oramai si sprecano inchieste e reportage sullo stato degli animali in generale, e dei polli in particolare, negli allevamenti intensivi. Basti pensare che un pollo broiler, la varietà più diffusa in commercio, è un pulcino di 6 mesi che arriva a pesare in pochissimo tempo anche più di pollo adulto.
A dire la verità, la trasmissione Report di RaiTre aveva sollevato dei dubbi anche sulle leggi in vigore per gli allevamenti biologici, i cui criteri di riferimento si sono quantomeno “ammorbiditi” negli ultimi tempi. Appare chiaro, dunque, che sia necessario rivedere la normativa per rendere la produzione ecosostenibile, cosa che passa attraverso una maggiore informazione del consumatore.
Cosa sono quelle striature bianche sul pollo
Le pessime condizione di alcuni allevamenti intensivi non possono che ripercuotersi sulla qualità della carne, che spesso risulta piena di antibiotici, somministrati per evitare che insorgano epidemie negli allevamenti. Ci sono poi una serie di caratteristiche altre, in molti per esempio hanno notato delle poco comuni striature bianche sulla carne di alcuni polli, addirittura qualcuno aveva parlato di strane contaminazioni.
In realtà quelle striature altro non sono che grasso, una cosa poco comune per la carne di pollo, solitamente ritenuta molto magra, ma gli allevamenti intensivi impongono all’animale di crescere oltre misura in spazi ristretti dove è quasi impossibile muoversi, il corpo cos’ inizia ad accumulare riserve di grasso che non riesce più a smaltire. Le striature dunque non sono tossiche, come ha detto qualcuno, il pollo può essere mangiato anche se, inevitabilmente, variano i valori nutrizionali della carne che non risulterà più magra.