Pesce, occhio alle contaminazioni: il più salutare e sicuro è questo | Tutti gli altri sono pericolosi
Con il crescente inquinamento dei mari trovare pesce privo di contaminazioni è difficile, ecco quali sono gli esemplari più sicuri da scegliere.
Il mercato ittico è un settore importante del comparto alimentare italiano, tra molluschicoltura e piscicoltura si parla di oltre 180 mila tonnellate di materia prima venduta ogni anno per un fatturato che vale oltre 500 milioni di euro all’anno.
In Italia vengono prodotti oltre 130 milioni di avianiotti appartenenti a specie ittiche marine pregiate e con oltre 50 tonnellate è prima la mondo per la produzione di caviale di storione. Sintomo che si tratta di un mercato non solo di quantità ma anche di qualità dei prodotti ed infatti il nostro Paese è in linea con le normativa europea sulla biodiversità e la sostenibilità ambientale.
Non è un caso se proprio in Italia si trova il mercato del pesce più grande per estensione di tutta l’Unione europea, quello di San Benedetto a Cagliari, ma lo scettro di mercato nazionale per indotto e fatturato spetta a Milano, una cosa curiosa se si pensa che non si tratta di una città di mare. Infatti, prima dell’arrivo dei sistemi di refrigerazione, il mercato ittico era una prerogativa delle città di mare, anche perché il pesce è un alimento facilmente deperibile.
Oggi, però, nonostante la tecnologia c’è una nuova minaccia che rischia di compromettere il futuro del mercato ittico: l’inquinamento dei mari.
L’inquinamento dei mari e la contaminazione del pesce
Sono oramai diversi gli studi scientifici che dimostrano la correlazione tra i crescenti livelli di inquinamento delle acque e la contaminazione della flora e della fauna marina. Si sente molto parlare di microplastiche, ma a preoccupare sono soprattutto i metalli pesanti, in particolare il mercurio.
Infatti, il mercurio è presente a basse concentrazioni nelle acque marine e viene assorbito dagli organismi sotto forma di metilmercurio, a partire dalle alghe e dal plancton che sono la base alimentare di molti altri organismi acquatici. Il problema è che il mercurio non viene smaltito dall’organismo ma tende ad accumularsi nei muscoli e nei tessuti dei pesci che finiscono sulle nostre tavole.
Quali pesci contengono meno mercurio
Le concentrazioni di mercurio nei pesci variano seconda di diversi fattori e generalmente aumenta all’aumentare della grandezza degli esemplari e dell’età dell’animale. Inoltre, alcuni esemplari, in particolare i grandi predatori contengono maggiore mercurio che, essendo in cima alla catena alimentare, tendono ad assorbirne di più attraverso l’alimentazione. Ma allora quali pesci preferire per evitare di assumere troppo mercurio?
La risposta è semplice: pesci pescati di piccola taglia, tra questi troviamo i molluschi, le aringhe, le acciughe, la trota, ma anche salmone, orata e spigole. Da evitare, invece, i grossi predatori come tonno, verdesca e pesce spada. Anche la provenienza è molto importante, pare infatti che il pesce proveniente dagli oceani contenga minori concentrazioni di mercurio rispetto a quello che che nasce nel mar Mediterraneo.