Salmone bio, occhio alle truffe: questo è nocivo per l’organismo e devi sapere la verità
Quando un prodotto può essere definito veramente biologico? Il caso del salmone bio che sta facendo discutere.
Il salmone si conferma come uno dei prodotti ittici più apprezzati dagli italiani, è quanto emerge dal rapporto sui consumi nel nostro Paese presentato durante l’annuale Norwegian Seafood Council, a cui hanno preso parte i rappresentati dell’industria di settore.
Addirittura pare che il volume di importazione di salmone dalla Norvegia sia aumentato del 188% negli ultimi dieci anni e che si conferma in crescita nelle abitudini, nel 2021 e nella prima parte del 2022 la frequenza di acquisto di salmone è salito del 4,3%, aumenta anche la spesa per acquirente del 5,9%.
Per quanto riguarda la tipologia di prodotto, i consumatori sono orientati principalmente sul salmone affumicato, la cui penetrazione del mercato è al 59,7%, a seguire il prodotto fresco, al 30,1%. e non disdegnano il prodotto congelato, che si attesta al 15%.
Non è facile orientarsi sul mercato per i consumatori che si trovano davanti una vasta gamma di prodotto, ma lo studio presentato durante l’evento dimostrerebbero che sette consumatori su dieci sono molto attenti alla provenienza dei prodotti e ai certificati di qualità. Tuttavia, negli ultimi tempi si sta discutendo molto sulla qualità del pescato e sui criteri con cui vengono rilasciati determinati attestati.
Quando il salmone è biologico
Prima di tutto bisogna distinguere tra due tipi di pescato, quello selvatico, quando i pesci vivono liberamente nel mare aperto, e quello di acquacultura, cioè quei pesci che vengono allevati all’interno di vasche o in acque aperte in zone delimitate da reti o gabbie.
Anche nell’acquacoltura esistono diverse categorie di allevamento, tra queste c’è il salmone biologico, che si presume sia più sostenibile perché i pesci hanno la possibilità di vivere in spazi più larghi con una minore densità di esemplari, con maggiore possibilità di nuotare e quindi rafforzare i muscoli e far rassodare le carni. Inoltre, negli allevamenti bio, tranne rare eccezioni, non sono ammessi antibiotici o altre sostanze chimiche.
Come accorgersi se il salmone è veramente biologico
Ultimamente, la Soil, l’ente che certifica il salmone biologico in Scozia, è finito al centro delle critiche nel Regno Unito da parte delle associazioni ambientaliste che hanno scritto una lettera di protesta: “Il cosiddetto salmone scozzese ‘biologico’ è una definizione sbagliata – afferma Rachel Mulrenan, direttrice scozzese di WildFish, tra le associazioni firmatarie della lettera – I pesci sono allevati allo stesso modo di tutti i salmoni allevati in Scozia, in gabbie a rete aperta, dove tutti i rifiuti dell’allevamento, inclusi feci e mangime non consumato, fluiscono direttamente nei loch e nelle insenature”.
Gli ambientalisti si dicono preoccupati anche per le infestazioni da parassiti ed altre malattie che possono proliferare velocemente all’interno degli allevamenti intensivi. Molto pericolose sono anche le fughe dalle vasche, perché gli esemplari scappati oltre a diffondere malattie vanno a modificare il pool genetico dei salmoni nati in mare aperto.