Mercurio, occhio a questo pesce: ne contiene tantissimo | Chi fa parte di queste categorie non dovrebbe mai mangiarlo
Mercurio in alte concentrazioni in alcuni tipi di pesce. L’attenzione deve essere alta soprattutto per chi fa parte di alcune categorie.
Il pesce è uno degli alimenti più consigliati nelle diete non solo per dimagrire, ma anche per mangiare in maniera sana ed equilibrata.
Adatto al consumo praticamente di tutti, dai bambini agli anziani, è versatile e racchiude talmente tante specie che sarebbe possibile variare ricetta ogni giorno per diverso tempo.
Ma pur essendo un alimento sano, nasconde delle insidie. O meglio, alcuni tipi di pesce sono pericolosi se assunti in grosse quantità per troppo tempo poiché contengono mercurio, un metallo pericoloso.
Tutti devono fare attenzione ma in modo particolare alcune categorie di persone. Scopriamo qualcosa di più anche con i consigli degli esperti.
Mercurio: il pesce che lo contiene in misura maggiore
Il mercurio, abbiamo detto, è un metallo che possiamo trovare sia in natura che prodotto in maniera artificiale, e assume diverse forme. Vi possiamo essere esposti sia attraverso il lavoro (le industrie chimiche, tanto per dirne una) sia attraverso l’alimentazione. La sua forma più pericolosa è il metilmercurio, la più tossica, che si trova principalmente nei prodotti ittici, appunto, ovvero i pesci.
Pericoloso perché attraverso la digestione viene assorbito dall’organismo e trasportato in diversi organi, intossicandoli. Alcuni tipi di pesce però ne sono più ricchi rispetto ad altri. Sapere quali sono permette di controllare l’assunzione della sostanza tossica.
Dove si trova e chi deve stare più attento
Il metilmercurio si trova principalmente nei pesci di grossa taglia e predatori, che si cibano quindi di altri pesci. Il pesce spada in maniera particolare, ma anche tonno, squalo, verdesca, palombo. Un problema molto sentito soprattutto nel nostro Paese poiché, come spiega Patrizia Cattaneo, direttore della scuola di specializzazione in ispezione degli alimenti di origine animale all’università di Milano su Fondazione Veronesi: “La specie più esposta alla contaminazione chimica da mercurio è il pesce spada e gli italiani, soprattutto nelle regioni del Nord, ne sono grandi consumatori. Quello fresco arriva soprattutto dalla Spagna e, se pescato in Mediterraneo, risulta avere livelli di metilmercurio più elevati rispetto a quello di origine atlantica”.
Ma chi dovrebbe fare particolare attenzione? Le donne in gravidanza o allattamento così come i bambini. Il metilmercurio infatti riesce a penetrare la barriera cerebrale e quella della placenta, provocando gravi danni sia al sistema nervoso che allo sviluppo generale del feto. Tra questi, grave ritardo mentale e alterazioni dello sviluppo psicomotorio. Sembra che il tonno in scatola e quello che acquistiamo fresco rientri nei limiti poiché si tratta generalmente di soggetti non molto grandi. In ogni caso meglio limitare il consumo delle specie più grosse a una volta al mese e prediligere gli altri tipi.