60 euro per caffè e acqua: celebre locale finito nella bufera più estrema: ti sveliamo chi è il colpevole
E’ possibile pagare 60 euro per un caffè, due biscotti e l’acqua? Due turisti romani raccontano la loro esperienza durante le vacanze.
L’anno sta per chiudersi ed è per tutti un momento per fare un bilancio di quello appena trascorso e stilare una lista di buoni propositi per il futuro. In qualche modo, il mondo è cambiato molto in fretta nell’ultimo lustro, prima i due anni di pandemia profondamente segnati dai lockdown, poi la guerra in Ucraina, mentre si protrae nei decenni il conflitto in Palestina.
Tutti avvenimenti che hanno avuto enormi ripercussioni sul mercato, infatti, per prima sono saliti i prezzi dei combustibili fossili con un conseguente aumento delle spese per l’energia elettrica e per il gas. La conseguenza immediata è stato l’aumento incondizionato di ogni tipo di bene in commercio, con l’inflazione alle stelle il potere d’acquisto delle famiglie è diminuito di quasi un terzo nel giro di poco più di un anno.
Come se non bastasse, alcune società di fornitori di energia e gas, ne hanno approfittato per far salire a dismisura il livello delle tariffe, tanto da costringere l’allora governo Draghi ad intervenire per fissare dei tetti massimi di spesa. La Corte di Cassazione, nel frattempo, ha disposto anche il rimborso da parte dei gestori ai clienti che si erano trovati a pagare di più.
In questo contesto, si potrebbe dire che il 2023 sarà ricordato quello degli aumenti pazzi dei prezzi e delle maggiorazioni imprevedibili sui conti nel settore della ristorazione e dell’accoglienza.
Le maggiorazioni dei prezzi di bar e ristoranti
Per prima cosa parliamo delle maggiorazioni, con questo termine si intendono tutti quei servizi che fino a poco tempo fa erano erogati gratuitamente e che all’improvviso sono diventati a pagamento. Soprattutto questa estate ci sono state molte segnalazioni, in particolare sui social, come i due turisti che hanno pagato 2 euro solo per farsi dividere un tramezzino a metà, oppure della madre con la figlia di due anni che ha pagato, oltre al coperto, anche 2 euro per un piatto vuoto e così via.
Cosa dice la legge in questi casi? Semplice, far pagare per questi servizi è lecito, purché servizi e tariffe siano ben indicate sui menù dei locali, questo affinché si realizza la chiusura di un contratto di ristorazione, che impegna da un lato il ristoratore a fornire i beni e i servizi promessi e dall’altro il cliente a pagare il corrispettivo per quanto richiesto.
Il conto da 60 euro il caffè
La stessa cosa valida per i servizi vale anche per l’acquisto delle pietanze, in pratica se i prezzi sono ben indicati sui menu e negli altri posti in cui devono essere per legge, nel momento in cui si ordina, ci si impegna a pagare il corrispettivo, il cui ammontare già si conosce.
Su questa scia ha fatto molto discutere quanto accaduto ad una coppia romana in vacanza in Sardegna, a quanto pare i due hanno deciso di trascorrere le ferie a Porto Cervo durante le quali hanno voluto provare un locale esclusivo della rinomata località turistica. “I titolari del bar ci hanno detto che non si trattava di un semplice caffè, ma di una esperienza” hanno raccontato al Corriere della Sera. L’esperienza pare, però, essersi rivelata il conto da 60 euro per “un caffè con acqua e due biscotti”.