Scontrini supermercati | La nuova follia è far pagare le bibite molto di più: lo eviti solo così
Impazzano gli scontrini maggiorati per qualsiasi motivo. Ora anche le bibite sono tassate, come evitare di pagarle di più.
Negli ultimi mesi non abbiamo sentito parlare di altro. Sul web, in televisione, sui social, ognuno ha avuto da mostrare uno scontrino ritenuto ingiusto, spesso a ragione.
Chi può dimenticare la maggiorazione di due euro applicata dai titolari di un locale sul lago di Como per aver tagliato in due un toast. Come si sono giustificati? “Non era un semplice toast, c’erano all’interno anche delle patate fritte. Per tagliarlo in due abbiamo impiegato del tempo. E il lavoro si paga. Ogni servizio in più va pagato. Abbiamo dovuto usare due piattini al posto di uno e il tempo per lavarli è raddoppiato , e poi due tovagliette” come riporta Repubblica.
E il prezzo per un piattino vuoto aggiunto per una bimba? Siamo in Liguria. “Piatto condivisione” si legge, e i titolari hanno spiegato, come riporta Open: “Siamo un locale piccolo, con cinque tavoli. Spesso capita che si siedano in tre o più persone per condividere le portate. Nel caso specifico i clienti avevano preso un primo e un secondo in tre. Di piatti supplementari ne ho portati ben quattro, per questo ho fatto pagare due euro: voglio che i clienti sappiano che per noi quello è un lavoro in più”.
E adesso spunta anche la maggiorazione sulle bibite, questa volta ad applicarla sono i supermercati. Scopriamo come mai e come possiamo evitare di pagare di più.
Scontrini supermercati: la maggiorazione sulle bibite
Se quella di mostrare gli scontrini con maggiorazioni più o meno giustificate è ormai una moda, è anche vero che spesso si fa polemica anche quando non si dovrebbe.
È il caso di cui stiamo parlando, ovvero la maggiorazione del prezzo di alcune bibite in vendita al supermercato. Perché fa discutere? E a cosa è dovuta? Ma soprattutto, possiamo evitare di pagarla? Certo che si, e scopriamo come.
Cosa è successo
In pratica è successo che qualcuno ha mostrato in rete lo scontrino di un acquisto fatto in un supermercato a Roma che riporta un aumento di una ventina di centesimi per un’aranciata presa dal frigo. Ovvero 71 centesimi contro i 51 dello stesso prodotto preso dallo scaffale. Cosa ha sconvolto tanto gli avventori? Tutti sanno che le bibite prese dal frigo constano di più, questo succede da sempre. La “frigo tax” come è stata soprannominata è sempre esistita e trova giustificazione nel costo per coprire il consumo elettrico del frigo.
Ha fatto scalpore solo perché fino ad ora non era mai stato specificato sullo scontrino dove invece veniva inserito direttamente il prezzo finale maggiorato. Una polemica inutile, come detto. Per non pagare la tassa basta semplicemente prendere la bevanda dallo scaffale e raffreddarla a casa propria. Semplice, no?