Peste suina in Italia | Animali abbattuti negli allevamenti: l’allarme per i consumatori
L’allarme lanciato dai Nas che hanno scoperto i primi casi anche in Italia della peste suina che avrebbe colpito alcuni allevamenti.
L’allevamento degli animali rappresenta un grosso business anche in Italia dove si contano oltre 400 mila allevamenti tra bovini, bufalini, avicoli, suini, lepri, ovini, conigli e caprini.
Secondo i numeri registrati dalla Banca dati nazionale dell’anagrafe zootecnica gli allevamenti si concentrano soprattutto in quattro regioni: Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto. Addirittura la Lombardia detiene il record sia per quanto riguarda il numero di bovini, circa 1,5 milioni divisi in 15 mila aziende, sia per il numero di suini, che sono 4 milioni, circa la metà dell’intera produzione nazionale.
In complesso nella pianura padana si concentra il grosso della produzione di carne animale del nostro Paese con ingenti ripercussioni anche sull’inquinamento. Un problema legato anche agli allevamenti intensivi che, stando ai dati pubblicati da Legambiente, producono i due terzi delle emissioni di ammoniaca oltre a essere causa dell’immissione di particolato nell’aria.
Gli allevamenti intensivi sono un problema sotto diversi punti di vista, da anni gli animalisti denunciano le condizioni in cui gli animali sono costretti a vivere la loro breve esistenza prima di essere mandati al macello. La sovrappopolazione e le scarse condizioni di igiene causano malattie molto gravi che possono avere ripercussioni sull’uomo. Per prevenire, gli agricoltori fanno ricorso ad un uso sconsiderato di antibiotici che finiscono inevitabilmente nel nostro organismo, causando un altro male dei nostri giorni: l’antibiotico-resistenza.
I casi di peste suina in Italia
Recentemente i Nas, Nucleo Antisofisticazione e Sanità dei Carabinieri, hanno scoperto diversi casi di peste suina africana in un allevamento di suini in Lombardia. Ad insospettire gli ispettori è stato il grande numero di animali morti nell’allevamento registrati dall’inizio del mese di agosto.
L’azienda incriminata si trova nella provincia di Pavia, più precisamente a Montebello della Battaglia, e si occupa di allevamento di maiali. Nel frattempo i Nas stanno valutando la posizione degli allevatori e se c’è stato una mancanza di comunicazione che in questi casi è obbligatoria. Il timore degli investigatori è che il virus possa essere stato trasmesso ad altri animali selvatici, come i cinghiali che popolano i dintorni dell’azienda.
I primi casi di peste suina e gli effetti sull’uomo
La scoperta avviene a quasi un anno e mezzo di distanza dal rilevamento del primo caso di peste suina, avvenuto in Liguria. Da allora sono stati ritrovati oltre mille carcasse di animali selvatici deceduti, tra le regioni del Nord e quelle del Sud Italia. La tensione tra gli allevatori è fortissima perché temono la chiusura delle esportazioni delle carni prodotte che produrrebbe un grosso danno a tutto il settore.
Per ora gli animali segnalati sono stati abbattuti per precauzione e le loro carni non potranno essere messe in vendita. In ogni caso, l’Azienda Sanitaria Territoriale di Pavia ha rassicurato che il virus della peste suina non contagia l’uomo anche se dovesse aver consumato carne contaminata. La mortalità registrata è molto alta, ma solo tra gli animali infetti, in particolare maiali e cinghiali.