McDonald’s non ha più soldi per i pomodori: l’assurda situazione del colosso americano del fast food
La nota catena di fast food americana, McDonald’s ha annunciato che metterà più i pomodori negli hamburger. Ecco il vero motivo.
La McDonald’s Corporation è una delle catene di ristoranti più grandi e diffusa al mondo con un fatturato da quasi 20 miliardi all’anno. Fino al 2018, McDonald’s è stata la più grande catena di fast food esistente e offre lavoro a quasi mezzo milioni di persone tra i vari ristoranti, gestiti in franchising.
L’idea geniale è dei fratelli Dick e Mac McDonald che nel 1937 aprono il primo chiosco di hot-dog ad Arcadia e tre anni dopo, uno più grande a San Bernardino, sempre in California. Una formula semplice ma efficace che riscuote molto successo, fino ad attirare l’attenzione di Ray Kroc, un rappresentate di frullatori che, prima aiuta i due fratelli, per poi rilevare l’azienda per circa 2,7 milioni di dollari.
Dal 1955, la McDonald’s Corporation inizia la scalata al successo globale, inaugurando i primi locali fuori dagli USA, prima nel 1967 in Canada per poi approdare in Europa nel 1971. Il successo attira grandi sponsor come la Disney che gli affida la promozione dei propri personaggi dei film in uscita.
Il marchio McDonald’s diventa così il simbolo della globalizzazione, in positivo, ma soprattutto in negativo. All’inizio del nuovo millennio, la crescente attenzione verso l’alimentazione mette il marchio in cattiva luce, accusandolo di propagandare la cattiva alimentazione favorendo l’insorgere di patologie, come l’obesità, anche nei più piccoli. Il marchio finisce anche al centro del film documentario “Super Size Me”, Oscar nel 2005 nella sua categoria, che contribuisce a fare pubblicità negativa al marchio. Infatti 2 anni dopo inizia la vera e propria crisi con la chiusura di 25 ristoranti nel Regno Unito e la fine della collaborazione con la Disney.
La ripresa del marchio McDonald’s e la scelta di prodotti sani
Negli anni successivi il colosso prova a rinnovare il marchio liberandosi dell’etichetta di “cibo spazzatura”, lo fa dando maggiore importanza alla qualità degli alimenti e facendo degli accordi con i produttori locali per inserire nei menù prodotti a chilometro zero. Contemporaneamente cerca di rispondere anche alle accuse di spreco alimentare e impatto ecologico, oltre ad una serie di vertenze sullo sfruttamento dei dipendenti.
La strategia va a buon fine e McDonald nel tempo riesce ad imporsi nuovamente, anche grazie alla capacità di restare al passo con i tempi, un chiaro esempio l’accordo con Google per far comparire anche l’interno dei propri ristoranti attraverso Street View.
La crisi dei pomodori McDonlad’s e i prezzi degli alimenti
Ma la crisi economica degli ultimi anni, legata all’aumento del prezzo delle materie prime ha avuto ripercussioni anche su un marchio gigantesco come McDonalds. L’ultimo in ordine di tempo riguarda l’aumento dei prezzi dei pomodori, che ha spinto l’azienda ad annunciare che saranno eliminati momentaneamente da tutti i menu. La motivazione ufficiale sarebbe quella della “condizione imprevedibile relativa alla quantità e alla fornitura di pomodori”. A svelare la reale situazione è stato l’altro colosso del mercato dei fast food, Burger King, che ha preso la stessa decisione, pur scegliendo di rivelare la reale situazione del mercato, dichiarando di non essere più in grado di inserire i pomodori nel menu.
A dire la verità non è la prima volta che McDonald affronta una situazione del genere, già nel 2008 l’aumento del prezzo della carne aveva messo il marchio davanti a una decisione difficile. Ma all’epoca la scelta fu quella di lasciare invariati i prezzi dei panini, pur diminuendo la quantità di ingredienti presenti all’interno.