Questo è l’ultimo trucco degli influencer per non pagare le cene al ristorante (ma a loro è andata male)
Non pagare ristoranti e alberghi perché si è popolari sui social è il sogno di tutti gli influencer del mondo ma non sempre si realizza.
Quello che è successo in Australia, infatti, dimostra che in determinati casi è necessaria molto intelligenza per servirsi della propria fama e, in determinati casi, l’intelligenza è proprio quello che manca a persone che sono diventate molto famose via social.
Molte infatti cercano di approfittare il più possibile della propria fama tentando di “estorcere” ai proprietari dei locali pasti e pernotti gratis in cambio di “visibilità” via social.
Quando il meccanismo funziona i proprietari dei locali fanno affari d’oro: è quello che succede ogni volta che Chiara Ferragni trascorre una vacanza anche breve in una qualsiasi struttura del nostro Paese com’è successo recentemente in Puglia e sul Lago di Como, preso d’assalto da turisti dell’ultima ora.
Quando però gli influencer non sono del calibro professionale della Ferragni, i problemi possono essere molti e non soltanto economici, anche legali.
Una cena finita male
L’episodio si è verificato a Sidney, quando quattro giovani donne, tra le quali una famosa influencer, sono andate a cena in un famoso ristorante di pesce.
Qui hanno deciso di ordinare un’intera aragosta cruda e una bottiglia di pregiato vino rosso allo scopo di consumare una sorta di sushi d’aragosta di altissima qualità. Come da copione le donne sono state servite con quello che avevano ordinato e, almeno apparentemente, la cena stava procedendo a gonfie vele con tanto di foto postate sui social. Il problema è che, poco dopo aver consumato l’aragosta le donne hanno affermato di sentirsi male.
La tentata truffa e i problemi legali
Sostenendo che il ristorante aveva servito un’aragosta surgelata e scongelata male, anziché una fresca, le donne hanno affermato di essere state vittime di un’intossicazione alimentare e di non aver alcuna intenzione di pagare il conto. A niente è servito il fatto che il locale abbia mostrato il colore della testa dell’aragosta appena servita, dimostrando che il crostaceo fosse vivo fino a pochissimo prima di essere servito. Le clienti sono quindi andate via ma il proprietario del ristorante ha deciso di contattare l’influencer via Instagram, per intimarle di tornare immediatamente a pagare il conto pari a circa 220 Euro.
Il problema è che guardando il profilo dell’influencer il proprietario ha scoperto che nemmeno due ore dopo l’episodio le quattro donne erano in un altro ristorante, avevano ordinato di nuovo e stavano consumando un’altra aragosta, probabilmente con l’obiettivo di ripetere la sceneggiata e non pagare nemmeno il secondo conto. A questo punto è scattata la denuncia da parte del ristoratore a cui, però, l’influencer ha risposto con una denuncia per diffamazione. Il giudice ha prima tentato di indurre le due parti a trovare un accordo ma non c’è stato verso e il processo continuerà.