Non mangiare mai queste verdure se sono amare: rischi l’avvelenamento!
Sapevate che alcune verdure di uso comune possono essere tossiche? Ecco quali e quando non consumarle assolutamente.
Il mondo della natura è molto vario e pieno di sorprese, piante, animali e lo stesso uomo, nel corso del tempo hanno dovuto adattarsi all’habitat che li circonda per sopravvivere.
Negli animali queste caratteristiche sono più evidenti, pensiamo agli aculei del porcospino o alla possibilità di gonfiarsi caratteristica del pesce palla quando incontra un predatore.
Anche le piante hanno sviluppato meccanismi per difendersi da insetti e altri erbivori. Principalmente i meccanismi di difesa sono due: difese attive, come il rafforzamento delle pareti cellulari, e difese passive, come pareti cellulari e metaboliti secondari.
Basti pensare a quelle piante che hanno sviluppato delle spine che hanno il compito di infilzare insetti e altri animali indesiderati, mentre altre sono in grado di sviluppare sostanze come i tannini che le rendono amare e indigeste. Fino ad arrivare alle piante velenose.
Quando le verdure cucurbitacee diventano tossiche
Se alcune piante sono notoriamente tossiche, altre lo sono solo durante un determinato periodo della loro vita. Per esempio le cucurbitacee, tra le quali rientrano zucchine, zucche, cetrioli e meloni, può capitare che certe volte abbiano un sapore amaro, questo dipende da una particolare sostanza tossica, la cucurbitacina, che può provocare sintomi come nausea, vomito e diarrea.
La sostanza è prodotta direttamente dalle piante in determinate condizioni come nel caso in cui le temperature siano troppo elevate o nel caso di incroci con altre specie non commestibili. Attenzione, perché la cottura non elimina la tossina, ma va detto comunque che per creare realmente problemi è necessario consumarle in quantità elevatissime. In ogni caso, se ci si accorge di un sapore strano, per l’appunto molto amaro, meglio smettere di mangiarle.
Quando non mangiare le solanacee
Anche le, cosiddette, solanacee, cioè melanzane, pomodori e patate, contengono la solanina, una sostanza che può provocare disturbi gastrointestinali e mal di testa anche a basse concentrazioni. La solanina, di solito, si trova nelle parti verdi. Per esempio, nei pomodori non ancora maturi, nel torsolo e anche nel peduncolo che andrebbe sempre tolto. Invece, nelle patate si trova in quelle parti verdi che si formano nei tuberi quando vengono conservati in posti troppo illuminati o dove fa troppo caldo.
La presenza eccessiva di solanina rende gli ortaggi quasi immangiabili tanto del sapore amaro per questo è difficile non accorgersene. In ogni caso, per avere effetti negativi anche qui è necessario assumerne quantità importanti.