Dopo soli due anni di attività, il ristorante ideato da Cracco, purtroppo ha annunciato la chiusura entro fine luglio.
Arrivano brutte notizie da Milano, mentre il noto chef Carlo Cracco è concentrato sull’apertura del prossimo ristorante a Roma. Proprio di recente è stato annunciata l’inaugurazione, che dovrebbe avvenire entro la fine dell’anno, del nuovo Hotel Corintia di Roma, nella ex sede del Banco di Italia.
Ad occuparsi dell’area food and beverage dell’albergo sarà proprio Cracco, che vorrebbe riproporre il modello Milano, adottato nel suo ristorante nella Galleria Vittorio Emanuele. Uno spazio sempre aperto, dalla colazione alla cena, accessibile a chiunque e non solo riservato ai clienti dell’Hotel.
La decisione ha destato qualche perplessità, visto che il locale di Milano non gode di buonissima salute. Sbirciando i conti, il ristorante ha chiuso il 2022 con un passivo di circa 409mila euro, dopo i 524 mila euro persi nel 2021. Il passivo totale nei cinque anni di esercizio è di circa 4,6 milioni di euro, il che significa che il tesoretto iniziale di 4,8 milioni di euro è stato bruciato e, adesso, rimangono poco più di 200 mila euro.
Sarebbe ingiusto parlare di cattiva gestione, considerando che il ristorante, così come tutti gli esercizi simili, ha dovuto affrontare prima la pandemia e poi fare i conti con la forte inflazione provocata dalla guerra in Ucraina. Infatti, Cracco avrebbe potuto chiudere in pareggio almeno l’ultimo bilancio grazie ad un aumento di fatturato, che è passato dai 3,3 milioni del 2021 ai 4 del 2022, però contemporaneamente sono saliti anche i costi di gestione, passati da 4 a 4,8 milioni di euro.
Chi invece pare non ce l’abbia fatta è un’altra creatura di Cracco, il ristorante all’interno dell’Hotel Excel Navigli di Milano, che lo chef decise di lanciare appena due anni fa in collaborazione con l’imprenditore Dino Scaggiante. I presupposti erano buoni, l’inaugurazione dei locali è avvenuta in piena ripresa post pandemia, quando il flusso di turisti verso Milano è aumentato esponenzialmente.
Anche la proposta del locale sembrava molto accattivante, Cracco e Scaggioni si erano assicurati una location da sogno nel grande spazio Ca’ Bianca, locale storico del jazz milanese, con a disposizione oltre 2000 mq di giardini esterni. Cracco stesso aveva affidato la cucina allo chef Luca Pedata, che già aveva lavorato nella Segheria di Cracco in via Meda.
Qualcosa alla fine sembra non aver funzionato “Al Naviglio” di Milano, difficile dire cosa. Anche se leggendo sui vari siti, alle recensioni positive, negli ultimi tempi se ne sono aggiunte altre negative. Nonostante i prezzi dell’albergo se pur alti, non potevano dirsi proibitivi – una junior suite costava circa 180 euro a notte – molti si sono lamentati dei prezzi della colazione. Inoltre pare che iniziassero ad esserci problemi con il vicinato, dopo che l’area ristorazione era stata spostata verso l’area abitata del quartiere.
Va detto che Cracco già da un po’ di tempo si era allontanato dal progetto sul Naviglio grande e adesso è già pronto a lanciarsi nella nuova avventura nella Capitale, che dovrebbe iniziare prima della fine dell’anno. Non ci resta che attendere il momento in cui sarà reso noto il menù con cui lo chef intende conquistare i turisti ma anche il pubblico romano.