Addio insalata in busta: la UE vuole eliminarla, ecco perché
Il prossimo intervento dell’Unione Europea potrebbe far sparire l’insalata in busta dai supermercati per più di un motivo.
Secondo i dati Istat pubblicati nel 2020, in Italia vengono prodotti oltre 5 milioni di tonnellate prodotti agricoli l’anno su una superficie agricola coltivata grande più di 20 mila ettari. Tra le verdure più coltivate troviamo la patata con oltre 700 mila tonnellate, seguita dalle 580 mila tonnellate di pomodori e dalle insalate con 430 mila tonnellate.
Sono tante le tipologie di lattuga conosciute e coltivate in Italia, tra queste troviamo la lattuga romana, la lattuga riccia, la lattuga cappuccio, la lattuga gentile, la valeriana o songino, la lattuga iceberg, il lattughino, la lattuga trentina, la lattuga pasqualina, la lattuga salanova, la lattuga pesciatina o toscana.
La maggior parte della produzione avviene nella regione Puglia dove sono impiegati nella coltivazione della lattuga circa 4860 ettari, seguita dalla Sicilia (2156 ettari), Lazio (1.367 ha), Emilia-Romagna (1.229 ha) e Campania (1.149 ha).
Le diverse varietà di lattuga arrivano tutti i giorni fresche pronte per essere acquistate dai consumatori, ma negli ultimi anni si è diffuso molto il consumo di insalate confezionate in busta. Una brutta abitudine a cui l’Unione Europea promette battaglia.
Il divieto dell’Unione Europea per le insalate in busta
Prima di tutto quando si parla di divieto dell’Unione Europea per le insalate in busta è vero solo a metà. Tutti sanno che le frange ambientaliste dell’Unione combattono già da anni contro l’inquinamento da plastica del pianeta. Una battaglia portata avanti con decisione che riguarda soprattutto gli imballaggi, che causano buona parte degli sprechi di plastica.
Quello che l’Unione Europea vorrebbero vietare sono le piccole confezioni dei prodotti alimentari, potrebbero così sparire nel giro di poco tempo le confezioni come quelle delle insalata in busta, ma anche la scatola dei pomodorini o le retine dei limoni e delle arance. O meglio potremmo ancora trovarle ma in confezioni biodegradabili che partono dal chilo e mezzo in poi, non più piccole.
La Coldiretti contro il divieto dell’insalata nelle buste di plastica
Fin da subito la Coldiretti si è detta contraria al provvedimento, sostenendo che questo andrebbe a colpire “le abitudini degli italiani”. Non solo, secondo la Coldiretti questo potrebbe anche influire negativamente sui consumi, portando gli italiani a consumare meno verdura.
Modificare le proprie abitudini, però, non sempre è un fatto negativo, non solo per la salute ma anche per il portafoglio. Un’interessante ricerca condotta dal sito “Il fatto alimentare”, all’interno di un noto supermercato, ha dimostrato che acquistare insalata confezionata non è proprio conveniente. Infatti, mentre il prezzo di chilo di insalata fresca varia, a seconda della qualità, tra 1,5 euro e un massimo di 3 euro, il prezzo dell’insalata confezionata, considerata al chilo, può tranquillamente superare i 10 euro, oltre i 15 euro per quelle biologiche.