E’ davvero lo yogurt la colazione ideale quando si è a dieta? La risposta a questo e ad altri falsi miti molto diffusi tra chi decide di mettersi a dieta
L’unico modo per perdere veramente peso è quello di controllare la propria alimentazione, escludendo alcun cibi particolarmente grassi. Se si evita una vita sedentaria e magari qualche allenamento a settimana, i risultati saranno evidenti molto più velocemente.
E’ noto a tutti, o quasi, che gli alcolici, i fritti, le bibite gassate particolarmente zuccherate e i dolci, sono tra le prime cose a cui occorre rinunciare per dimagrire. Ma ci sono tutta una serie di altri alimenti che possono trarre in inganno, i cosiddetti falsi miti della dieta.
Ovviamente questo problema si riscontra soprattutto nelle diete improvvisate, quelle fai da te, in cui ci si affida a internet o a informazioni reperite in maniera confusa per organizzare la propria alimentazione con l’obiettivo di dimagrire.
Quando si vuole perdere peso, soprattutto se è necessario perdere molti chili, meglio rivolgersi ad un professionista, per evitare di correre altri rischi per la propria salute. Certo, non è necessario ricorrere a un dietologo ogni volta che si vuole perdere qualche chilo, ma quanto meno impariamo a verificare da fonti attendibili le informazioni di cui disponiamo.
Uno dei falsi miti delle diete riguarda la colazione ed in particolare quello che è preferibile consumare lo yogurt e non il latte. Dal punto di vista nutrizionale, latte e yogurt sono praticamente equivalenti, entrambi forniscono una buona dose di calcio e vitamine in particolare quelle del gruppo B, particolarmente indicate per il benessere dei bambini, degli anziani e delle donne in gravidanza.
Esiste però una differenza dal punto di vista delle calorie. Una porzione di latte da 250 ml possiede circa 80 calorie, mentre un vasetto di yogurt da 125 grammi ne contiene 90, oltre il doppio. L’unico vantaggio dello yogurt sarebbe quello di risultare più digeribile per le persone intolleranti al lattosio.
Anche la questione dell’intolleranza al lattosio è molto controversa. In una recente intervista al Corriere della Sera, Andrea Ghiselli, ricercatore del CREA, Centro di ricerca alimenti e nutrizione, ha spiegato che «La mal digestione del lattosio colpisce circa il 50 per cento della popolazione, ma non determina necessariamente intolleranza ed è determinata da mancanza genetica di lattasi o da diverse condizioni sia cliniche sia di scarsa abitudine a consumare latte che porta alla riduzione della produzione di questo enzima».
In pratica, evitare di consumare latte o prodotti che contengono lattosio quando non si è intolleranti riduce la capacità dell’organismo di produrre appunto lattasi, l’enzima che permette di digerirlo. Inoltre, una porzione di 250 grammi di latte non supera i 12 g di lattosio, una “dose inoffensiva anche per la maggior parte delle persone con maldigestione del lattosio”.