Allertati i clienti di una famosissima marca di supermercati, il cui pollo è risultato alle analisi pieno di batteri nocivi per la salute.
L’attenzione torna sugli allevamenti intensivi dove, spesso, vengono violate le norma igieniche oltre che etiche sul il rispetto degli animali. Più volte si è sentito parlare del problema, ma molti, soprattutto, grandi marchi procedono dritti per la loro strada senza ascoltare ragioni.
Contemporaneamente, in Italia, il consumo della carne avicola è salito tantissimo negli ultimi anni, ed oggi è arrivata a toccare la quantità consumata a persone di 21,36 kg all’anno. Secondo i dati Coldiretti in Italia si consuma pollo made in Italy, poiché la produzione riesce a soddisfare pienamente la domanda interna.
In Italia infatti si contano 6.300 allevamenti professionali che producono circa 1,4 milioni di tonnellate di carni avicole ogni anno, soprattutto pollo e tacchino. Un business che coinvolge circa 64 mila lavoratori in tutto il Paese.
Recenti inchieste, condotte in tutta Europa da associazioni di consumatori preoccupati per la salute e di animalisti contrari agli allevamenti intensivi, hanno acceso i riflettori su alcuni problemi endemici di questo tipo di produzione.
In Germania la fondazione Albert Schweitzer ha condotto un’indagine autonoma sulla carne di pollo commercializzata con il marchio Lidl. La fondazione ha selezionato 51 prodotti a base di pollo da otto diversi supermercati Lidl, tra gennaio e febbraio 2023.
Le analisi hanno dimostrato che oltre il 71% dei campioni era contaminato da batteri molto pericolosi e resistenti agli antibiotici. Il 75% dei batteri trovati appartiene al tipo Escherichia coli. Inoltre, il 25% dei campioni era contaminata da materia fecale per la presenza di enterococchi; il 18% è risultato contaminato da Campylobacer, un batterio che porta febbre e diarrea; addirittura uno dei campioni conteneva salmonella.
In Germania negli ultimi anni erano già scattate diverse indagini sugli allevamenti di pollo che riforniscono Lidl direttamente. I controlli avevano portato alla luce una situazione grave di sovraffolamento e di maltrattamenti contro gli animali. In queste condizioni è molto facile che i batteri prolifichino velocemente e che, eventuali infezioni, contagino anche gli altri animali.
Dopo l’accusa di Lidl Germania, sia la filiale Italiana che quella Spagnola hanno voluto rassicurare i propri clienti sulla provenienza locale delle loro carni. Sappiamo però che il problema riguarda anche allevamenti italiani, la cui carne viene commercializzati sotto vari marchi, alcuni anche molto conosciuti. Una ricerca condotta da Salvagente, l’anno scorso, ha trovato tracce di salmonella in un prodotto su 3. In attesa di ulteriori accertamenti, la raccomandazione è quella di cuocere la carne sempre molto bene.