Grilli e altri insetti sulla nostra tavola, alimenti del futuro o scherzo di cattivo gusto?
Ultimamente si è parlato molto dell’introduzione di nuovi alimenti sul mercato, per far fronte alla crisi alimentare e cercare una maggiore sostenibilità alla nostra sussistenza. L’attenzione pubblica si è focalizzata in particolare sulla possibilità di ingerire insetti inconsapevolmente, una possibilità effettivamente poco gradevole per i nostri palati, non abituati a considerare questo tipo di animali come parte della dieta.
Ma siamo proprio sicuri di non aver mai mangiato alimenti preparati con insetti a nostra insaputa? In effetti, è molto probabile che abbiamo assunto preparati contenenti cocciniglia, che dà il nome a un colorante rossiccio molto diffuso (riconoscibile con la sigla E120 sulle etichette alimentari), ricavato appunto da questi animaletti.
Adesso le aziende di produzione di alimenti non si limiteranno più all’utilizzo di derivati da insetti per produrre coloranti. Si parla addirittura di farine di insetti come ingredienti di pasta, pane, crackers e biscotti. Ma a che scopo produrre questo tipo di cibo?
Ha le idee ben chiare Italian Cricket Farm, l’unica azienda italiana ad aver presentato alla Commissione Europea la domanda di autorizzazione per l’immissione della polvere parzialmente sgrassata di grillo domestico (Acheta domesticus) sul mercato europeo come nuovo alimento destinato al consumo umano.
L’azienda in provincia di Torino assicura che la polvere di grillo è il prodotto proteico del futuro per diversi motivi. Innanzitutto è sostenibile perché per la sua produzione si consumano meno acqua e mangime, si utilizza una ridotta superficie di suolo e le emissioni di anidride carbonica sono nettamente inferiori rispetto a qualsiasi altro allevamento intensivo di animali destinati al consumo umano (bovini, suini, pollami…). Inoltre, i valori nutrizionali della farina di grillo sono sbalorditivi. I grilli essiccati e macinati diventano una polvere ad altissimo contenuto proteico e ricca di fibre e minerali (come calcio, ferro, magnesio e zinco), vitamina B12 e omega 3.
Ma che sapore può avere la farina di grilli? I consumatori italiani sono molto scettici se non addirittura del tutto contrari all’introduzione degli insetti nella dieta. Eppure nel mondo almeno due miliardi di persone mangiano cibi a base di insetti. Nel caso della farina di grilli, possiamo stare tranquilli: il sapore ricorda infatti la nocciola.
Il regolamento di esecuzione UE 2023/5 della Commissione Europea ha concesso l’autorizzazione per l’immissione della farina di grillo nel mercato europeo e specifica gli alimenti nei quali è consentita: non solo pane, crackers, pasta e prodotti da forno come biscotti e grissini, ma anche pizza, salse, minestre, snack, bevande, siero di latte in polvere e prodotti sostitutivi della carne.
Sono molte le aziende che non vogliono essere tagliate fuori da questo nuovo mercato che in futuro vedrà un boom di richieste. Alcune stanno lavorando con processi all’avanguardia per rendere la farina di grillo più appetibile per i consumatori: ad esempio Alia Insect Farm, con sede in Lombardia, l’ha trasformata in polvere atomizzata, più fine rispetto alla farina. Questa start up agricola propone svariate ricette con la polvere di grillo: tagliatelle, pane, biscotti, muffin, focaccine, polpette sono alcune delle proposte innovative per la cucina del futuro. In Italia però, nei supermercati non è ancora realtà la commercializzazione di prodotti a base di farina di grillo, ma possiamo essere sicuri che quando ben presto accadrà non si tratterà di un ingrediente nascosto ma ben visibile in etichetta.